10 MOTIVI PER CUI ODIO IL DENTISTA

Dentino.jpg
1) Parliamo di dentista. Non è abbastanza? Va bene, allora continuiamo.

2) Andare dal dentista implica fare la detartrasi. Scongiurando il pericolo carie, la detartrasi è una procedura di routine, consigliabile una o due volte all’anno. Per chi non sapesse cosa sia, tale pratica consiste in un piccolo trapano lucido che, costante, trapana sui denti. Che il martello pneumatico con cui sistemano le strade gli fa una pippa, al confronto. Il dolore può essere variabile. In genere più chilometri di filo interdentale usi, meno male dovresti sentire. Se non fosse che eccolo li, propri li, dietro l’ultima tonsille, poi a destra fino al mattino l’ultimo pezzettino di tartaro ecco fatto! e tu stai invocando un dio in cui non credi e un animale che non mangi affinché la torturatrice finisca il suo lavoro.

3) Il cazzilo assorbi saliva. Nome tecnico per definire un tubo di plastica ritorno, ancorato sulla tua bocca e pronto per dilatarti la faccia. Nel frattempo, tutta la saliva che riesci a produrre in una seduta (ed è tantissima!) ti cola lungo la guance, sul mento, sul collo. E si deposita su quel vestito tanto carino che ti eri messa per la prima volta  la mattina. Sei un’ingenua! Davvero pensavi che non saresti sembrata la cugina di un bulldog inglese?

4) Gli occhiali ingrandenti SUPREMI. Non è importante quanto bene ti sia depilata la faccia. Loro vedono TUTTO. E, badate bene, io sono per l’assoluta libertà di scegliere se e cosa e quanto e quando depilarsi. Ma questo poco importa quando QUEGLI OCCHIALI riescono a vedere tutti i tuoi punti neri, i tuoi peli, le tue tonsille.

5) La lampada sopra la testa. Pensionata dagli interrogatori polizieschi, dopo aver fallito i provini alla Pixar, si diletta a inquietare gli avventori della poltrona. Confessa, hai spazzolato i denti prima di andare a letto? Nota a margine: per chi, come me, propende verso la pareidolia sembrava un alieno: faccione quadrato, due corna ai lati, tre occhi frontali e due bocche.

6) La poltrona. Quanto odio la poltrona. Troppo alta, troppo bassa. Va bene così? No aspetti che le sollevo la testiera.Troppo alta Troppo bassa? Attenzione che ora saliamo su (verso la lampada aliena) e poi giu. Che mi sembra di essere nel video di Giorgia. Esclusa la seduta seducente col dentista.

7) Il dentifricio. Una volta finito di scolpirti il David nel tartaro, si passa allo spazzolino rotante con il dentifricio. Che è ABRASIVO. E sa di gomma masticata. Devo aggiungere altro? Ah si. Il collutorio. Si sciacqui prego. Stessa fragranza del dentifricio. Che non sia mai che poi esci d ali con l’alito che profuma di freschezza alpina.

8) Il dentista che vuole fare conversazione MENTRE lavora sui tuoi denti. Che ti chiede com’è la tua igiene orale e tu riesci solo a rispondere FFFFFFIHNOOOOOORRRRRFFFFFFFFLLLLLLOOOOZZZZZLLLLINNNO. E poi sorride. SEMPRE. Una meravigliosa falce di luna gli illumina il viso. Trentasei perle candida e perfette si incastonano sulle sue gengive. Che cazzo c’hai da sorridere?!

9) Le raccomandazioni. Mi raccomando prima filo, poi spazzolino, poi collutorio poi lampada a UV poi una gita a Lourdes e FORSE fra sei mesi, quando ci rivediamo (perché è obbligatorio!), non le farà così male.

10) La parcella. Zero tartaro sui denti, zero soldi nel portafoglio. E tu rimani li, nel tuo angolino,  a rimpiangere il meraviglioso David di tartaro.

 

 

Troppa sbatta.

 

“Non ti vedi?”

“Dovresti amarti un pò di più”.

“Ti sei scofanata tutto e non mi hai lasciato niente!”

“Non dico tanto, ma un minimo di forza di volontà metticelo”

“Peccato, hai un viso così bello.”

“Mai provato la dieta del *inserire nome a caso”

“Dovresti optare per la chirurgia”.

Questa è una piccola selezione tra le frasi più carine che mi sono state dette negli ultimi 25 anni. E che tutt’oggi riescono a ferirmi come la prima volta. Quando sei una giovane trentenne, obesa, tatuata e coi capelli magenta qualche domanda le persone se la fanno.

Perchè è cosi grassa? Non riuscirà a tenere la bocca chiusa. Mangerà come un caminista. Sarà che non fa attività fisica. Andrà tutti i giorni da Mc donald’s.

I giudizi vengono elargiti come caramelle. Non sia mai che qualcuno si lasci sfuggire l’occasione di dire la sua.

Oggi, rientrando dalla Gam di Torino, un gruppetto imberbe di giovanotti ha pensato bene di etichettarmi con “è grande quanto un silos“.Che di per sé non trovo così offensivo. Soprattutto perché ho sempre trovato i silos delle costruzioni architettoniche molto interessanti. Immaginati in mezzo al far west più selvatico e vedi come lo benedici questo silos pieno d’acqua, giovine!

Lì per lì non ci avevo dato molto peso, se non che in tarda serata è arrivato il pezzo da novanta. Il piatto forte. La portata principale. Perchè si sa, l’angoscia arriva sempre in buona compagnia. Tristezza, delusione, sofferenza eccovi qua.E, chissà come mai, sempre a tavola. Durante i pasti. Pensa te che coincidenza.

Galeotta fu la patatina. Rodeo San Carlo. Che non è stata mangiata. Bensì catapultata nell’indifferenziato dopo averne mangiato metà pacchetto. Ma si sa, le persone grasse non hanno volontà.

Ma queste persone grasse chi sono? E perché sono cosi grasse?

Da una parte ci sei tu, DCA, e a destra ci sono gli altri. Continua a leggere