La prossima estate.

Negli ultimi giorni, ho riflettuto parecchio sul senso dell’amicizia. Che la sottoscritta, su questo tema, faccia sempre un gran casino sembra essere una costante.

Oggi, nella mia testa, è suonato un allarme rosso.

Che sembrava più un pugno in pieno muso. Quei pugni che arrivano quando meno te l’aspetti, e sono carichi di ricordi, di rimorsi e di rimpianti. Hanno il sapore amaro di una vita di cui tu non fai parte. E di cui non potrai mai far più parte. Perché non c’è più spazio per te. Si può essere amici sui social network senza più avere contatti nella vita reale. Si pubblicano status o foto ignorando il disagio, per usare un eufemismo, che si potrebbe arrecare al prossimo. O forse si sa, ma non interessa. In fondo basta cliccare non seguire più oppure rimuovi dagli amici. Troppo difficile alzare la cornetta e parlare. Così ti ritrovi, sull’onda dei ricordi, a sistemare, finalmente, il contenuto del tuo hard disk. Tra le 18 nuova cartella, trovi nella nuova cartella (13) il tuo passato romano.

Tra le foto, i volti delle persone con cui ho convissuto e condiviso quattro anni della mia vita. Il nucleo originale era formato da quattro amici, a cui si aggiunsero altri due elementi. Gli anni romani, nonostante le difficoltà, sono stati i più intensi. Per la prima volta stavo bene in un contesto estremamente variegato e ricco di personalità. Dopo la laurea, negli anni successivi, gli “incidenti” della vita  hanno causato delle crepe all’interno del gruppo. Coppie che si lasciano, persone che si trasferiscono, persone che si sposano e persone che fanno coming out. Di quegli anni ricordo solo il mio lento scivolare nel grembo del mostro. Mi sono isolata, ho sbattuto porte, mi sono fatta negare. L’unica cosa che aveva una qualche importanza era la macchia di umidità sul mio soffitto, che osservavo ogni mattina invece di…beh, vivere. Quattro anni fa, a causa di uno sposalizio,  sembrava che il gruppo si potesse riformare. Così non è stato. Il resto del gruppo ci ha provato invece io ho riallacciato di nuovo i rapporti con il mio mostro. Talmente opprimente da farmi isolare di nuovo. E quelle persone, nel frattempo, si erano stufate di questa giostra. Forse sono entrate in ansia, o forse era semplicemente troppo per loro. Alcune persone semplicemente non ce la fanno. Del resto, ognuno di noi ha la propria vita, fatta di alti e bassi. E spesso manca il tempo materiale per dedicarsi a una persona che non fa nulla per rialzarsi. Ho tagliato i ponti, ho perso i contatti, ho ignorato i messaggi e sono affondata nell’oblio. Forse mi hanno teso la mano, quando ho invocato aiuto. Ma il dubbio che il mio grido non sia stato così forte da farsi sentire bussa ogni tanto.

Dopo due anni, ho provato a rientrare nelle loro vite ma, come dice una scaltra lupa di mia conoscenza, per ricucire i rapporti bisogna essere in due. Uno cuce i primi punti, l’altro prosegue. Quando i punti si allentano, bisogna essere subito pronti a rinforzarli. A volte manca l’ago, altre volte il filo non è del colore giusto, altre volte sai che barba il punto croce?

Oggi, mi rimane il ricordo di quegli anni meravigliosi. Delle risate, dei giri in motorino all’una di notte, delle monetine lanciate nella fontana di Trevi. Delle vacanze insieme. Della lacrime di tristezza e quelle di gioia, delle sedute collettive di silk epil, dello shopping, dei consigli di moda. Delle giornate interminabili a preparare esami, delle corse per la laurea.  Dei compleanni, dei natali. Dei gavettoni e delle estati.Degli abbracci e dei sorrisi. Quegli stessi sorrisi abbronzati raffigurati in un foto di cui tu non fai più parte.

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In attesa della prossima estate.

3 risposte a "La prossima estate."

      1. Allora te lo consiglio caldamente. Se ti va, poi fammi sapere come l’hai trovato. Se invece non dovessi più sentirti, per me avertelo fatto scoprire è già una grande soddisfazione. Grazie per la risposta! 🙂

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